1/60 scale RC model of a schooner, loosely based on a gunboat steamship from the second half of the 19th century.

Un saluto a tutti voi modellisti.

Ecco la prima foto del taglio traumatico: il filo utilizzato per stringere (tendere) le "bigotte" (deadeyes).
Per fortuna (e sinceramente non me lo aspettavo) sono riuscito a riutilizzare quasi tutte le parti tagliate, tutte tranne le sartie e le griselle.
È stato molto difficile tagliare i parasartie a filo dello scafo. Sono riuscito ad essere preciso con il taglierino e quindi ho recuperato i parasartie, che ho incollato più indietro.
Ho tolto tutte le "landre", che ho ridipinto e riutilizzato.
Ho dovuto tappare i buchi rimasti sulla landra e farne altri più dietro, riverniciando anche lo scafo.
Tutti i deadeye (che erano stati verniciati per l'impermeabilizzazione) sono stati recuperati.
È stato difficile staccare le sartie in testa d'albero senza causare danni.
Le sartie sono legate a coppie sull'albero e non è facile dare la giusta tensione sia alla coppia sinistra che a quella destra e allo stesso tempo far allineare tutti i deadeyes.
Logicamente tutte le sartie vecchie sono state gettate via perché non riutilizzabili.
Le ho rifatte daccapo e ho legato la griselle usando un disegno guida sulla carta.

In questo stesso post vi mostro il piede d'albero.
Amati, Corel, Mantua Model e Mamoli li vendono già pronti, ma non ce n'erano che facessero al caso mio ed erano tutti metallici.
Le ultime foto mostrano come appariva prima di dipingerlo in modo che sembrasse reale. Ho usato il solito modo di sovrapporre la plastica.
Il piede dell'albero è molto importante non solo per coerenza storica ed estetica ma anche per evitare che l'acqua entri in quel punto.

Greetings to all you modelers.

Here is the first photo of the traumatic cut: the thread used to tighten (tension) the "bigotte" (deadeyes).
Luckily (and I honestly didn't expect it) I managed to reuse almost all the cut parts, all except the shrouds and rat lines.
It was very difficult to cut the channels flush with the hull. I managed to be precise with the cutter and therefore I recovered the channels, which I glued further aft.
I removed all the "chains plates", which I repainted and reused.
I had to plug the holes left in the chain plate and make others further behind, also repainting the hull.
All the deadeyes (which had been painted for waterproofing) were recovered.
It was difficult to detach the shrouds at the masthead without causing damage.
The shrouds are tied in pairs on the tree and it is not easy to give the right tension to both the left and right pairs and at the same time get all the deadeyes to align.
Logically all the shrouds were thrown away as they were not repairable.
I made them again and tied the griselle (rat line) using a guide design on the card.

In this same post I show you the mast foot.
Amati, Corel, Mantua Model and Mamoli sell them ready-made, but there were none that were right for me and they were all metallic.
The last photos show how it looked before painting it so that it looked real. I used the usual way of overlapping plastic.
The foot of the tree is very important not only for historical and aesthetic coherence but also to prevent water from entering that point.


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Grazie mille Johan. Ma prendere quella decisione è stata dura, ahahahah.
Per fortuna la posizione delle aperture dei cannoni, non hanno impedito l'arretramento dei channels, altrimenti avrei dovuto rifare anche le aperture.

Thanks so much Johan. But making that decision was hard, hahahaha.

Fortunately, the position of the cannon openings did not prevent the channels from moving backwards, otherwise I would have had to redo the cannon openings as well.
 
Un saluto a tutti i modellisti navali e ringraziamenti a Johan, Uwek, Jimsky, Webber007, Peter Voght, Peter Gutterman e Shota70.

Finalmente parlo delle vele.
Dopo molte ricerche ho scelto il cotone popeline, acquistato su Amazon da un negozio italiano.
L'intenzione era quella di ottenere cotone per camicie.
Pensavo che la trama fosse un po' più fitta ma andavo di fretta, questo lavoro andava avanti da anni e volevo fare le prime prove in acqua con le vele montate, quindi ho utilizzato quello che ho ricevuto senza rispedirlo indietro.

Non avevo mai navigato. Esperienza zero.
Il modello precedente aveva le vele ma non erano funzionali (solo per bellezza) navigava solo a motore.

Il piano velico era basato su un mio progetto ma poi ho apportato molte modifiche e prove con il cartoncino, come potete vedere nelle prime immagini.

Ho ritagliato il tessuto e ho realizzato due copie di ogni vela (ne conservo una per eventuale sostituzione).
Ci sono due fiocchi, due rande e due controdande.
Per cucire il bordo e per cucire le "zip", tela vela, stoffa, pannello (simulato) ho chiesto aiuto a mia zia sarta.
Ho cucito a mano il "gratile" (luff rope) su ciascun bordo delle vele.

Ancora non ho capito come chiamare queste vele.
Inserirò una foto alla fine con i termini in italiano e il termine inglese con il punto interrogativo.
Chi vuole può indicarmi il termine esatto se lo conosce, glie ne sarei grato.
Scusate ma su internet le informazioni non sono univoche.

Credo di aver capito dove sta la difficoltà.

Per noi un tipo di vela con una certa forma e certe caratteristiche si chiama "randa", indipendentemente da dove è collocata.
Sia che sia collocata sul main mast, sul mizzen mast o sul foremast essa per noi sarà sempre randa.
Invece in inglese, (penso sia così ma non sono sicruro) questo tipo di vela che noi chiamiano randa sarà mainsail se sta sul main mast, invece sarà foresail se sta sul foremast.
E' così?
Beh per comoplicare le cose, su un piano velico in inglese ho visto che viene chiamata anche "spanker" o "driver".


Greetings to all ship modelers and thanks to Johan, Uwek, Jimsky, Webber007, Peter Voght, Peter Gutterman and Shota70.

Finally I talk about the sails.
After much research I chose cotton poplin, purchased on Amazon from an Italian shop.
The intention was to obtain cotton for shirts.
I thought the plot was a little thicker but I was in a hurry, this work had been going on for years and I wanted to do the first tests in the water with the sails mounted, so I used what I received without sending it back.I had never sailed. Zero experience.
The previous model had sails but they were not functional (only for beauty) it only sailed by motor.

The sail plan was based on my project but then I made many changes and tests with cardboard, as you can see in the first images.I cut out the fabric and made two copies of each sail (I keep one for possible replacement).
There are two jibs, two mainsails (?) and two countersails (?).
To sew the edge and to sew the "zips", sailcloth, fabric, panel (simulated) I asked my seamstress aunt for help.I hand sewed the "gratile" (luff rope) to each edge of the sails.I still haven't figured out what to call these sails.

I will insert a photo at the end with the terms in Italian and the English term with the question mark.
Anyone who wants can tell me the exact term if they know it, I would be grateful.
Sorry but the information on the internet is not unique.
I think I understand where the difficulty lies.
For us, a type of sail with a certain shape and certain characteristics is called a "randa", regardless of where it is placed.
Whether it is placed on the main mast, on the mizzen mast or on the foremast it will always be the "randa" for us.
Instead in English, (I think it is like this but I'm not sure) this type of sail that we call "randa" will be mainsail if it is on the main mast, instead it will be foresail if it is on the foremast.Is that so?
Well to complicate things, on an English sail plan I saw that she is also called "spanker" or "driver".


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Ok Johan, questi sono i nomi che vengono attribuiti alle vele a seconda della posizione che occupano nel piano velico.
Strutturalmente però la "main sail" e la "fore sail" sono lo stesso tipo di vela che noi chiamamo "randa", indipendentemente dalla posizione che occupa.
In altre parole, potrei farvi questa domanda:
Osservando la foto di questa vela, senza sapere dove è inferita voi come la chiamereste ?
E' una mia curiosità.

Ok Johan, these are the names given to the sails depending on the position they occupy in the sail plan.
Structurally, however, the "main sail" and the "fore sail" are the same type of sail that we call the "randa", regardless of the position it occupies.
In other words, I could ask you this question: Looking at the photo of this sail, without knowing where it is inferred, what would you call it?
It is a curiosity of mine.


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Buon anno a tutti, a chi lo ha già fatto perché ad est, chi lo deve fare perché ad ovest e a chi mancano dieci minuti come noi italiani.

Happy New Year to everyone, to those who have already done it because they are in the east, those who have to do it because they are in the west and to those who are ten minutes away like us Italians.
 
Buon anno a tutti, a chi lo ha già fatto perché ad est, chi lo deve fare perché ad ovest e a chi mancano dieci minuti come noi italiani.

Happy New Year to everyone, to those who have already done it because they are in the east, those who have to do it because they are in the west and to those who are ten minutes away like us Italians.
Likewise, Allessandro!
 
Un saluto a tutti i modellisti navali.

Ho inserito alcune immagini degli appunti che avevo preso per le vele e il sartiame.
Non avendo kit o disegni di riferimento, ho studiato il sistema più consono alla tipologia di vela e al periodo storico.
Le conoscenze teoriche e pratiche della vela da diporto (poche a dire il vero) non sono state di grande utilità perché le barche moderne hanno sistemi di albero e vele molto semplici.
Sono perlopiù sloop, quindi hanno un solo albero e solo due vele, la randa (tipo Bermuda o Marconi) e un "genoa" (che è un tipo di fiocco).
La goletta che devo completare ha tre alberi (albero di maestra, trinchetto e bompresso) e sei vele (due rande, due gaff topsails e due fiocchi).
I due fiocchi hanno nomi diversi in italiano (vela trinchetta e fiocco).
Intendiamoci, l'armo aurico (fiocchi, rande e gaff topsails), a differenza delle vele a vela quadra, è più facile da gestire, ha meno manovre e in realtà occorrono meno membri dell'equipaggio.
Inoltre è più facile da maneggiare anche per un modello RC (motivo per cui l'ho scelto all'epoca).
Tuttavia è sempre molto difficile (un gran mal di testa) dover partire da un foglio di carta bianco e iniziare a immaginare da solo tutti i dettagli.
Per ammainare le rande sul lato verticale ho utilizzato degli anelli (che in italiano si chiamano “canestrelli”).
Sul picco la randa è invece legata con un particolare sistema di legatura che rimane fisso anche quando la vela è avvolta, oppure quando la randa è ammainata.
Dal lato del boma la vela non è ammainata, ma ha solo due punti di ancoraggio.
Per costruire i canestrelli ho prima effettuato alcune ricerche. Ho raccolto foto e informazioni per capire: forma, dimensioni e materiali di questi cerchi (anelli) che permettono alla randa di salire o scendere lungo l'asse principale dell'albero.
Sono essenzialmente anelli di legno, spesso ricoperti di pelle protettiva.
Inizialmente avevo pensato di realizzarli in ottone o rame, ma poi ho abbandonato questa idea perché il peso complessivo era eccessivo e posizionato troppo in alto.
Avrebbe alzato troppo il mio baricentro, ridotto la coppia raddrizzante, compromettendo la stabilità laterale della nave.
Ho pensato a varie soluzioni ma non c'erano esempi da seguire per un materiale leggero, sembra che tutti usino anelli di metallo.
Ho sperimentato un metodo insolito e molto lungo.
Per farla breve e non annoiarvi troppo, posso dirvi che gli anelli sono delle corde modellate e indurite con la colla e poi colorate.
Una volta terminato, li ho cuciti sulla vela.
Tenete presente che gli anelli erano aperti per essere avvolti sull'albero, quindi ho dovuto unirli tutti insieme, dopo averli posizionati correttamente.
Questa è stata l'operazione più delicata e complicata di tutte.
Sono abbastanza soddisfatto dell'opera perché sono molto resistenti e leggeri e, per la scala che ho scelto (1/60), sono sufficientemente veritieri.
Un altro problema da risolvere è stato quello di stabilire il numero e l'entità di tutta l'attrezzatura partendo da zero e facendola arrivare su ciascuna caviglia.
Prima di ciò dovevo studiare il numero esatto delle caviglie.
Quando le caviglie non bastavano ho utilizzato le gallocce a piede d'albero.
Ogni sistema di leva (frusta, paranco, gantle, ecc. ecc.), utilizzando blocchi specifici, è stato progettato per essere funzionale e coerente con il periodo storico.
Mi sono quindi identificato con i marinai che dovevano alzare la randa, per esempio, o allacciare una vela, ma sempre confrontando immagini di navi di quel periodo.Puoi vedere la drizza del fiocco, la drizza della gola, la drizza del picco con bozzelli a uno, due o anche tre vie.
Non mi azzarderò a descrivere tutto il cordame perché è troppo difficile trovare i termini equivalenti in inglese.
Riassumendo molto brevemente (a meno che a qualcuno non interessino maggiori dettagli) posso precisare che le drizze servono per issare i picchi e vele e poi non vengono più manovrate.
Sono visibili il caricabasso e il topping lift, quest'ultimo serve a sostenere il boma quando la randa è ammainata.
Comunque se qualcuno è curioso posso rifare il disegno a mano con i termini inglesi.
Ma è un lavoro lungo quindi lo farei solo se qualcuno fosse interessato.
L'attrezzatura non è ancora completa, manca ancora qualcosina.



Good evening to all naval modelers

I inserted some images of the notes I had made for the sails and rigging.
Not having a kit or reference drawings, I studied the system most consistent with the type of sail and the historical period.
The theoretical and practical knowledge of recreational sailing (not much to be honest) has not been of great use because modern boats have very simple mast and sail systems.
They are mostly sloops, so they have only one mast and only two sails, the mainsail (such as Bermuda or Marconi) and a "genoa" (which is a type of jib).
The schooner that I have to complete has three masts (mainmast, foremast and bowsprit) and six sails (two mainsails, two gaff topsails and two jibs). The two jibs have different names in Italian (sail staysail and jib perhaps "fore stay sail" and jib).

Let's be clear, the gaff rig (jibs, mainsails and gaff topsails), unlike sails with square sails, is easier to manage, has less rigging and even in reality fewer crewmen are needed.
It is also easier to handle even for an RC model (which is why I chose it at the time).
However, it is always very difficult (a big headache) if you have to start from a blank sheet of paper and start imagining all the details on your own.

To lower the mainsails on the vertical side I used rings (which in Italian are called "canestrelli").
On the spanker the mainsail is instead tied with a particular tying system which remains fixed even when the sail is furled, or when the spanker is lowered.
On the boom side the sail is not lowered, but only has two tie-down points.

To build the baskets I first carried out some research. I have collected photos and information to understand: shape, dimensions and materials of these circles (rings) that allow the mainsail to go up or down along the main spindle of the mast.
They are essentially wooden rings, often covered in protective leather.
Initially I thought of making them in brass or copper, but then I abandoned this idea because the overall weight was excessive and positioned too high.
It would have raised my center of gravity too much, reduced the righting torque, compromising the lateral stability of the ship.
I thought of various solutions but there were no examples to follow for a lightweight material, it seems like everyone uses metal rings.
I experimented with an unusual and very long method.
To make a long story short and not bore you too much, I can tell you that the rings are strings modeled and hardened with glue and then colored.
Once done, I sewed them onto the sail.
Keep in mind that the rings were open to be wound on the mast, so I had to join them all together, after having positioned them correctly. This was the most delicate and complicated operation of all.
I am quite satisfied with the work because they are very resistant and light and, for the scale I chose (1/60), they are sufficiently truthful.

Another problem to solve was to establish the number and extent of all the rigging starting from scratch and making it arrive on each belaying pin. Before that I had to study the exact number of belaying pins. When the belaying pins were not enough I used mast foot cleats.

Each lever system (whip, tackle, gantlime, etc. etc.) using specific blocks, has been designed to be functional and consistent with the historical period. I therefore identified with the sailors who had to raise the mainsail, for example, or tie a sail, but always comparing images of ships from that period.

You can see the jib halyard, the throat halyard, peak halyard with one-two or even three-way blocks,
I won't venture to describe all the cordage because it is too difficult to find the equivalent terms in English.
To summarize very briefly (unless someone is interested in more details) I can point out that the halyards are used to pull up poles and sails and then they are no longer manoeuvred.
You can see the downhaul and the topping lift, the latter is used to support the boom when the mainsail is lowered.

However, if anyone is curious I can redo the drawing by hand with the English terms. But it's a long job so I would only do it if someone was interested.

The rigging is not yet complete, there is still a little something missing.


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Ciao a tutti i modellisti navali.

Grazie a Johan, Shota70, Peter Voogt, Webber007, Norway, Tobias, Jimsky e Peter Gutterman.

Johan e Shota70 scusatemi del ritardo nella risposta.

Vorrei mostrare come ho coperto le viti che fissano le coperture del ponte. Le viti sono coperte da pezzetti di listelli come potete vedere nelle prime due immagini. Lasciare solo questa piccola copertura non era una buona cosa per due ragioni. Non essendo fissata poteva volare via, spostata dal vento o dall'acqua, anche se la tensione superficiale e la viscosità del grasso sottostante avrebbero forse potuto mantenere in posizione il pezzettino di legno. Il secondo motivo era estetico. È chiaro che in quei punti il ponte presenta strane interruzioni. Così ho deciso di trovare un metodo per bloccare queste piccole coperture e nasconderle. Ho pensato a vari oggetti che potessero stare su un ponte. Oggetti adatti allo scopo. Ho pensato a: corde arrotolate, secchi, barre di verricelli, palle di cannone e cannoni. Ho scartato le botti perché non avevo nemmeno visto una foto in cui fossero lasciate delle botti sui ponti delle navi da guerra.
In realtà non è molto logico lasciare un barile sul ponte di una nave da guerra.
Questi oggetti però dovevano essere fissati bene (per non volare via prima) ma dovevano poter essere rimossi per accedere alle viti quando necessario.
Considerare che il coperchio centrale più grande va messo e tolto normalmente per inserire le batterie. Gli altri coperchi devono essere aperti solo per riparare eventuali guasti. Pertanto non dovrebbero mai essere aperti in condizioni normali. Il trucco che ho utilizzato è molto semplice: Le scatole delle palle di cannone, i cannoni (che non ho ancora realizzato) e le corde hanno due chiodi che vengono inseriti in appositi fori. Sono tutti numerati per non confonderli. Una volta posizionati, questi oggetti sono sicuri e bloccano la copertura di legno sottostante, che a sua volta copre la vite. Sicuramente c'erano cento altri modi migliori per risolvere il problema ma per me, tra quelli che mi sono venuti in mente, solo questo ha funzionato. Infine si possono vedere le cavigliere sui bordi della coperta. Ho fatto attenzione a utilizzare palline da 3 mm di diametro, che sono coerenti con i cannoni che utilizzerò.
Nei post successivi verranno mostrati: il peso raggiunto, le prove in vasca (assetto, stabilità, azione del timone e azione della vela al vento “close bolina” e “close laing”) e le prove in lago.



Hello to all naval modelers.

Thanks to Johan, Shota70, Peter Voogt, Webber007, Norway, Tobias, Jimsky and Peter Gutterman.

Johan and Shota70 sorry for the delay in replying.

I would like to show how I covered the screws that secure the deck covers.

The screws are covered by pieces of strips as you can see in the first two images.

Leaving just this little cover wasn't good for two reasons.
Since it was not secured it could fly away, moved by wind or water, although the surface tension and viscosity of the underlying fat could perhaps keep the small piece of wood in place.
The second reason was aesthetic. It is clear that in those points the bridge has strange interruptions.
So I decided to find a method to block these little lids and hide them.
I thought of various objects that could fit on a bridge. Objects suitable for this purpose.
I thought of: coiled cordage, buckets, winch bars, cannonballs and cannons.
I discarded the barrels because I didn't even see a photo in which barrels were left on the decks of warships.
It's actually not very logical to leave a barrel on the deck of a warship.
However these objects had to be secured well (so as not to fly away first) but they had to be able to be removed to access the screws when necessary.
Consider that the larger central cover must be put on and removed normally to insert the batteries.
The other covers must only be opened to repair any faults. They should therefore never be opened under normal conditions.

The trick I used is very simple:
The cannonball boxes, the cannons (which I haven't made yet) and the cordage have two nails that are inserted into special holes.
They are all numbered so as not to confuse them.
Once placed, these objects are secure and block the wooden cover underneath, which in turn covers the screw.

Surely there were a hundred other better ways to solve the problem but for me, among those that came to mind, only this one worked.

Finally you can see the boards that collect the belaying pins on the edges of the deck.

I was careful to use 3mm diameter balls, which work well with the cannons I will be using.


The following posts will show: the weight achieved, the tests in the tank (trim, stability, rudder action and sail action in the wind "close hauled" e "close reaching") and the lake tests.
Then I will show the current jobs I am busy doing in my spare time.


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Bentrovati a tutti i modellisti navali.

Queste sono le foto del mio modellino di nave prima della prova sul lago.

Il peso di 4.770 kg è ancora nei limiti imposti (molto probabilmente non ci sarà bisogno di giocarsi l'asso nella manica e cioè cambiare la tipologia delle batterie).

Ci sono ancora tante cose da fare e i pesi aumenteranno un po’.
Devo ancora finire di costruire i cannoni, le scialuppe con le loro impalcature, la chiesuola con la bussola, altre manovre correnti ecc. ecc.

Le scialuppe saranno due ai lati e una, o forse due, a centro nave.

I cannoni saranno otto ma non in ottone o altra lega o metallo, saranno in plastica e realizzati con una stampante 3D, mentre gli affusti saranno in legno.

Prima di ultimare la nave (visto che mi ci vorrà almeno un altro anno) qualche tempo fa ho deciso di effettuare alcune prove di navigazione sul lago.

Prima di queste prove al lago ho preferito fare delle prove in vasca.

ATTENZIONE, tutti i video allegati sono molto brevi, durano pochi secondi. Potetev guardarli tutti senza annoiarvi.

PROVA STATICA DELL'ASSETTO
La prima prova è la prova dell'assetto per vedere come si posiziona in acqua, rispetto alla linea di galleggiamento.
In questo modo posso rendermi conto di quanto margine reale mi rimane ancora e di come posizionare le batterie per fornire un preciso assetto longitudinale.
Considera che ho un certo margine per poter spostare le batterie un po' più avanti e un po' più indietro.

PROVA DI STABILITÀ LATERALE
Il secondo test è quello della stabilità laterale.
Rispetto a quello effettuato molti mesi prima, nonostante il peso sia aumentato, la spinta raddrizzante è ancora molto forte come potete vedere nel video allegato.
Di questo sono soddisfatto e penso che potrà affrontare i venti (anche molto forti) del lago senza problemi.

PROVA MOTORE E TIMONE
Il test è stato effettuato per verificare la spinta motore/elica.
Il primo video mostra la prova a secco mentre quello successivo mostra la prova in acqua.
Logicamente dovevo tenere ferma la nave con la mano e verificare questa spinta in modo del tutto empirico.
Sono abbastanza soddisfatto. Credo che riuscirò a riprodurre una navigazione abbastanza lenta da risultare realistica ma, se necessario, potrò contare su una buona spinta per riportare indietro il modello se le condizioni dovessero diventare difficili.
Il timone risponde ancora molto bene sotto l'influenza dell'elica. Come già accennato, varrà la pena vederlo anche solo a vela.


PROVA DEL VERRICELLO
Come potete vedere nel video, la bobina di ogni winch raccoglie direttamente la scotta che passa attraverso un foro del diametro di circa mezzo millimetro presente sulla coperta.
Non è un metodo molto utilizzato, forse nessuno lo usa tranne me.
Non sapevo come farlo quando dovevo progettarlo e ho pensato di farlo in questo modo. Sono molto critico nei confronti di questo metodo e non sono molto convinto di come andrà a finire.
Ho avuto un problema con questo sistema. 36 cm di avvolgimento erano troppi. Finalmente ho trovato la funzione sul telecomando per abbreviare la corsa di questo filo.
Per questo argomento, che è abbastanza complesso, è meglio che faccia un post a parte.



PROVA DELLA VELA
Sono sicuramente le prove più interessanti.
Temevo che queste prove avessero esito negativo, perché il vento che potevo sviluppare era pochissimo e molto turbolento. Ho usato un ventilatore comune.
Come potete vedere, anche se il test presenta molte limitazioni, con un vento contrario di circa 45 gradi (Close Hauled) la nave viene spinta in avanti (rispettando le leggi della fisica).


Ho apportato una modifica ai cavi di alimentazione del telecomando in modo da poterlo alimentare con batterie esterne al piombo tipo AGM, cambiandole senza che il telecomando si spenga per mancanza di alimentazione.



Welcome to all ship modelers.

These are the pictures of my model ship before the test on the lake.

The weight of 4,770 kg is still within the limits imposed (most likely there will be no need to play the ace in the hole and that is to replace the type of batteries).

There are still many things to do and the weights will increase a little.
I still have to finish building the cannons, the lifeboats with their mounts, the binnacle with the compass, more running rigging etc. etc.

The lifeboats will be two on the sides and one, or perhaps two, amidships.

The cannons will be eight but not made of brass or other alloy or metal, they will be made of plastic and made with a 3D printer, while the carriages will be made of wood.

Before completing the ship (since it will take me at least another year) some time ago I decided to carry out some navigation tests on the lake.

Before these tests at the lake I preferred to do some tests in the bathtub.

ATTENTION, all the attached videos are very short, lasting just a few seconds. You can watch them all without getting bored.

STATIC BUILDING TEST
The first test is the trim test to see how it positions itself in the water, with reference to the waterline.
In this way I can realize how much real margin I still have and how to place the batteries to provide a precise longitudinal attitude.
Consider that I have a certain margin to be able to move the batteries a little further forward and a little further back.

LATERAL STABILITY TEST
The second test is that of lateral stability.
Compared to the one carried out many months earlier, although the weight has increased, the straightening push is still very strong as you can see in the attached video.
I am satisfied with this and I think it will be able to face the (even very strong) winds of the lake without problems.

ENGINE AND RUDDER TEST
The test was carried out to verify the engine/propeller thrust.
The first video shows the dry test while the following one shows the test in water.
Logically I had to hold the ship still with my hand and verify this thrust in a completely empirical way.
I'm quite satisfied. I believe I will be able to reproduce a navigation slow enough to be realistic but, if necessary, I can count on a good push to bring the model back if the conditions become difficult.
The rudder still responds very well under the influence of the propeller. As already mentioned, it will be worth seeing under sail alone.


WINCH TEST
As you can see in the video, the spool of each winch directly collects the sheet which passes through a hole with a diameter of about half a millimeter on the deck.
It's not a widely used method, maybe no one uses it except me.
I didn't know how to do it when I had to think about it and I thought of doing it this way. I am very critical of this method and not very convinced of how it will turn out.
I had a problem with this system. 36cm of winding was too much. I finally found the function on the remote control to shorten this sheet travel.
For this topic, which is quite complex, it is better that I make a separate post.


SAIL TEST
They are certainly the most interesting tests.
I was afraid that these tests would have a negative outcome, because the wind I could develop was very little and very turbulent. I used a common fan.
As you can see, even if the test has many limitations, with a headwind at around 45 degrees (Close Hauled) the ship is pushed forward (respecting the laws of physics).


I made a modification to the power cables of the remote control so that I can power it with external AGM type lead batteries, changing them without the remote control turning off due to lack of power.






https://www.youtube.com/watch?v=W1e1gRKLL1o&t=3s

https://www.youtube.com/watch?v=2Tcs4_Xqnp8&t=2s

https://www.youtube.com/watch?v=osSeJXKccms&t=6s

https://www.youtube.com/watch?v=YA2ChsX_ht8&t=3s

https://www.youtube.com/watch?v=NgGNBSdPV-A

https://www.youtube.com/watch?v=wePX9y52AHI

https://www.youtube.com/watch?v=iU6KdGARxog&t=4s

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